Non solo un luminare nel suo campo, che ha dato una nuova chiave di lettura per interpretare la realtà e il modo di gestirla, ma anche un professionista, formatore, che ha avuto modo di sperimentare in prima persona i metodi di Management da lui studiati. E, soprattutto, un anticipatore: uno dei pochi che, proprio partendo dall’osservazione della realtà, ha previsto con anticipo la grande crisi di oggi.
Nato nel 1944 in Austria, Malik è un economista, considerato tra gli esperti della gestione della complessità, con una grande esperienza pratica come consulente e formatore manageriale, oltre che presidente di molti organi di supervisione.
La sua carriera si svolge prevalentemente tra Svizzera e Austria. Dopo aver concluso il suo dottorato nel 1975 all’università di St. Gallen, dal 1978 al 1986 è stato professore associato per Economia manageriale nello stesso ateneo, per poi diventare titolare nel 1986. E’ stato chiamato ad insegnare anche all’Università di Innsbruck e alla University of Economics and Business di Vienna. Dal 1977 è presidente del Management Zentrum St. Gallen.
Dal 1984, Malik è console onorario dell’Austria in Svizzera per i cantoni di Appenzell Ausserrhoden, Appenzell Innerrhoden e St. Gallen.
Autore di più di 10 best-seller e di oltre 300 pubblicazioni, il suo libro “Managing Performing Living” è stato selezionato tra i 100 libri su economia e business migliori di sempre.
E’ anche proprietario, presidente e docente della “Malik“, una delle società leader per la ricerca e la formazione manageriale, con centri a St. Gallen, Zurigo, Vienna, Berlino, Londra, Pechino e Toronto.
Merito di Fredmund Malik è di aver sviluppato un sistema di pensare e fare management completamente nuovo. Punto di partenza è la domanda: cos’è un management giusto e buono? La risposta: è la gestione della complessità.
Oltre la logica del profitto, dell’interesse dell’azienda o personale, dunque, Malik dice che un manager bravo deve gestire un sistema complesso, emergente dall’interazione tra l’Azienda e l’ambiente circostante.
Per questo, Malik fornisce degli strumenti basati su una disciplina non convenzionale: non l’economia, ma la cibernetica.
La cibernetica è la scienza che studia i fenomeni di autoregolazione (vedi controlli automatici e controlli adattativi) e comunicazione (vedi Teoria dell’informazione), sia negli organismi viventi (fisiologia) e negli altri sistemi naturali quanto nei sistemi artificiali. È la combinazione interdisciplinare di metodi e filosofie della scienza, con l’obiettivo di esplorare i sistemi, ad esempio meccanici, fisici, sociali, biologici, cognitivi, la loro struttura, i loro limiti e le loro possibilità. Si applica in tutti quei campi in cui l’azione di un elemento genera alcuni cambiamenti nel suo ambiente e questi cambiamenti si riflettono sull’elemento stesso, che viene a sua volta trasformato, dando origine ad una relazione di “causalità circolare”.
Oggetto di studio della cibernetica sono l’apprendimento, il controllo sociale, la comunicazione, l’efficienza, l’efficacia, la connettività e l’adattamento.
Una chiave di lettura diversa, dunque, per interpretare anche il ruolo e i compiti del management. Per Fredmund Malik, le organizzazioni moderne (aziente, enti pubblici) sono ibridi altamente complessi di uomini e tecnologia. Ecco perché per gestirle, le scienze biologiche possono essere una guida più sostanziale per i manager delle scienze economiche. Altre basi scientifiche per i Malik ManagementSystems® sono la teoria dei sistemi, che si occupa della costituzione e delle proprietà dei sistemi, e la bionica, disciplina che studia i sistemi elettronici per simulare il comportamento di esseri viventi.
Come risultato, la teoria del management di Malik è differente dagli approcci convenzionali, perché offre soluzioni che consentono di gestire la complessità. Tra questi strumenti, il Syntegration®procedures è un nuovo tipo di tecnologia sociale per adattare le organizzazioni in tempo reale ai rapidi cambiamenti ambientali.
I Malik ManagementSystems® hanno il merito, per altro, di poter essere applicati a tutte le istituzioni, culture, persone, a tutti i livelli e in qualunque situazione.
Altro merito di Fredmund Malik è di aver trovato una dimensione europea del manager. Rispetto allo stereotipo del manager anglo-americano, completamente devoto al lavoro, al profitto, che ha poco tempo per la vita personale, nel suo libro “Il management come professione”, Malik propone un manager che, pur essendo un professionista con grandi capacità di gestire la complessità, mantiene la sua umanità e una qualità della vita soddisfacente.
Un esempio della capacità di lettura della realtà di Fredmund Malik è stato l’aver previsto la crisi odierna. Nel 1997, Malik ha descritto e predetto la “Grande trasformazione 21” (21 sta per XXI secolo): una lunga fase di inattesa turbolenza della società, che include il collasso finanziario e crisi economica. Malik ne ha individuato le radici di questa turbolenza non solo nel mondo della finanza ma, sopratutto, nella discrepanza tra la crescente complessità dei sistemi globali e l’inadeguatezza dei metodi di gestione convenzionale per affrontarla. Il processo di trasformazione iniziato, secondo Malik, non è ancora finito, perché un “nuovo mondo” sta emergendo e soppiantando il “vecchio mondo”: tutto sta nel capire che bisogna affrontare questa complessità non con gli schemi dei secoli passati, ma con nuovi approcci.
Sia che si tratti della gestione di un’azienda, che di un Paese o dell’intero ordine mondiale, elemento chiave dell’approccio di Malik, dunque, è capire che il management va al di là del profitto: diventa anzi una funzione con un’imporante utilità sociale, che permette alla società e di funzionare adeguamente, sopratutto in condizioni di crescente complessità e tensioni.
Per saperne di più, approfondire l’approccio di Malik e leggere alcune delle sue applicazioni, basta esplorare il sito della Malik: www.malik-management.com.